DREAM WEB

  • Genere: Psico-fantasy cyberpunk
  • Azione: Si
  • Editore: Empire Interactive
  • Sviluppatore: Creative Reality
  • Rilascio: 1994
  • Tipo: 2D P & C in terza persona
  • Lingua: Inglese
  • Età consigliata: 12+
  • Durata: 12-15 ore

 

  • Difficoltà:   
  • Voto di P& C:      

Requisiti minimi richiesti:
MS-DOS 3.0 o superiore – PC IBM o Compatibile – 590K memoria libera – CD-ROM 2x – 1 MB su HD Tastiera e Mouse. (Richiede 3Mb di Memoria di EMS).

 

Recensione

LA STORIA

In un mondo tetro e con il cielo coperto da una pioggia perenne (ricorda Blade Runner) troviamo Ryan, un ventenne cameriere insonne, afflitto da visioni disturbanti di un futuro apocalittico.
In una di queste visioni viene contattato dai protettori del Dreamweb, l’entità responsabile dell’equilibrio tra il bene e il male, nel momento in cui il male sta avendo la prevalenza sul bene per trasformare il mondo in una terra sterile e desolata.
Questa influenza maligna è data da sette creature umane che Rayan dovrà trovare ed uccidere per riportare l’equilibrio.
Come si può intuire, la trama è alquanto bislacca, ma in un certo senso si salva per l’atmosfera che il gioco riesce a creare. Infatti ad un certo punto il giocatore non sa più se Ryan agisce in una missione conferitagli dall’esterno o soltanto seguendo l’impulso visionario delle sue ossessioni. Se cioè si tratti di un eroe che va a salvare il mondo o più semplicemente di un sanguinario serial killer.
Il gioco non risolve questo dubbio ma lascia al giocatore di farsi una propria opinione.
Il gioco contiene violenza gratuita con scene anche piuttosto raccapriccianti e la sequenza di un atto sessuale, quindi è indicato solo per giocatori adulti.

IL GIOCO

Grafica – La schermata del gioco, come si presenta, non è né pratica né efficace.
Sul lato sinistro dello schermo c’è un grande ritratto del protagonista attraverso il quale si accede all’inventario.
Il resto dello schermo è dedicato alla visione del gioco, vale a dire uno spazio di 640x400x256 in SVGA con una grafica pesantemente pixellata che rende difficile distinguere gli oggetti.
Lo schermo troppo ristretto non agevola il giocatore rispetto alle visuali a pieno schermo, anche con una scarsa definizione.
Il mondo di Dreamweb è presentato con toni scuri, un’atmosfera alla Blade Runner anche se Dreamweb non presenta un mondo futuro così disastrato.
I quartieri bassi della città sono poveri e bui ma si intravedono anche quartieri nuovi e luccicanti Insomma, la grafica non è davvero la parte più apprezzabile di questo gioco e neanche il ricorso allo zoom riesce a migliorare la visibilità, producendo anzi un’orgia di pixel che peggiorano la situazione.
Le dimensioni dei personaggi inquadrati dall’alto sono irreali e sembra di assistere ad un cartone animato piuttosto che ad un gioco realistico.

Sonoro – La colonna sonora, ispirata a Vangelis e a John Carpenter, fa un buon lavoro per creare atmosfera.
Il gioco fu rilasciato in un primo tempo su floppy poi in seguito su CD con inclusi dialoghi doppiati da professionisti ma senza sottotitoli.

Enigmi – La storia del gioco fornisce indicazioni di massima su ciò che si deve fare: uccidere determinati personaggi. Questi personaggi tuttavia restano anonimi, di loro non si conosce niente così come poco e niente si sa di Ryan, il personaggio principale che viene sommariamente descritto.
Nessuna caratterizzazione dei personaggi, dunque, che sono solo obiettivi da colpire.
Il gioco è lineare, non sono concesse libertà di alcun tipo.
Se si tenta di lasciare un luogo senza aver preso qualcosa di importante, il gioco avverte che si sta dimenticando qualcosa, allora si può tornare in quel posto e cercare finché si trova l’oggetto giusto.
Il fatto è che nelle varie locazioni si possono raccogliere una gran quantità di oggetti inutili, si possono manipolare ed esaminare in inventario e scegliere tra i tanti quello che serve realmente non è semplice.
D’altronde, come già detto, la grafica non aiuta, quando alcuni oggetti vengono ridotti a minuscoli pixel quasi introvabili e magari sono proprio quelli che servono.
Gli indizi per risolvere gli enigmi non sono sempre chiari e a volte la soluzione arriva casualmente, per cui sia l’eccesso di oggetti sia la scarsa chiarezza degli enigmi contribuiscono a confondere le idee.
Per quanto riguarda le sequenze arcade, si può dire che sono poche e non difficili. Bisogna avere una certa prontezza nel reagire ad eventi improvvisi e se si fallisce si deve riprendere da un salvataggio.
Perciò è sempre consigliabile salvare spesso e comunque nei momenti in cui si intraprendono azioni che non si sa dove conducono.

Interfaccia – L’interfaccia dell’ inventario è ingombrante e assai poco pratica.
Nel lato sinistro dello schermo c’è una grande immagine del protagonista, un piccolo pulsante porta ai salvataggi (solo 7 possibilità) e un altro pulsante al menu.
L’interfaccia costringe a molti clic per usare gli oggetti, per esaminarli o aprirli.
Si deve cliccare su un oggetto nella schermata, aprire l’inventario, selezionarlo e usarlo sull’oggetto. Niente automatismi.
Nel gioco si possono prendere una quantità di cose inutili che l’inventario supporta perché le cataloga solo con i nomi.

Conclusioni – Si nota lo sforzo per dare un’atmosfera al gioco ma nei contenuti c’è scarsa creatività, con una storia enunciata e un seguito che non spiega e non approfondisce nulla.
Grafica e interfaccia da dimenticare, l’unico elemento di curiosità può essere proprio l’ambientazione dark e cyberpunk con gli elementi di spietatezza che per l’epoca erano inusitati.

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